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ITINERARIO 2

Gli specchi del cielo

I laghi della Sila, insieme alle zone umide e ai numerosi fiumi che attraversano l’altopiano, sono un ideale “filo azzurro” per andare alla scoperta del territorio. Toccando le rive di questi “specchi del cielo” la nostra Strada del Benessere propone svariate attività legate all’acqua: ammirare i paesaggi nordici dalle sponde dei bacini lacustri o dalle alture, camminare nelle valli ascoltando la voce dei ruscelli, negli stessi luoghi che furono teatro delle azioni epiche dei briganti, esplorare i laghi a bordo di una canoa o semplicemente concedersi una sosta al fresco dei lariceti che scendono fino a lambire le rive.

Mappa

Specifiche tecniche del percorso

10

Località toccate

95

Distanza percorso

28

Punti di interesse

Scopri i valori del territorio

Acqua ed Energia

I torrenti e i laghi della Sila sono una riserva preziosa d’acqua potabile e una fonte importante di energia rinnovabile.

Biodiversità

Le acque purissime dei laghi e dei torrenti silani sono il rifugio di numerose specie migratorie e l’habitat di specie in vie d’estinzione come la lontra.

Outdoor a 360°

Sport acquatici, escursionismo, cicloturismo e mountain bike sono solo alcune delle tante attività all’aria aperta che si possono praticare fra i laghi e le montagne dell’altopiano silano.

Le Nevi del Mediterraneo

Acqua in Sila è anche sinonimo di neve. Un’opportunità unica per praticare lo sci da discesa e da fondo, nonché camminare con le ciaspole ammirando panorami che arrivano fino al mare.
ITINERARIO 2

Descrizione dell'itinerario e tappe

Le tappe

Il Lago Ampollino

La Strada del Benessere che porta alla scoperta del territorio silano attraverso l’incontro con le acque cristalline e incontaminate che sgorgano dalla sue vette non può che cominciare dalle sponde del Lago Ampollino, il più a sud dei tre grandi invasi artificiali dell’altopiano e il primo a fare la sua comparsa sul territorio, grazie alla costruzione della diga di sbarramento edificata fra il 1916 e il 1927.

Situato a 1280 metri di quota e incastonato fra gli incantati boschi silani, al cospetto delle cime del Montenero (1881 m) a nord e del Monte Gariglione (1765 m) a sud, il Lago Ampollino si è ben presto affermato come uno dei luoghi del cuore dei visitatori e degli abitanti della zona.

Sulla sponda meridionale del lago, infatti, sono sorti due dei centri turistici più frequentati del territorio: il Villaggio Palumbo e quello di Trepidò, entrambe frazioni del comune di Cotronei, ben integrate nel paesaggio e quasi nascoste all’ombra dei grandi alberi di pino laricio.

L’acqua, nelle sue più diverse forme ed espressioni, sembra essere l’elemento che meglio di tutti rappresenta l’identità di questo angolo del territorio. A Trepidò si trova, infatti, il Centro visite del Parco Nazionale della Sila che ospita il Museo dell’Acqua e dell’Energia dove, attraverso l’utilizzo di tecnologie multimediali e interattive, è possibile avere una panoramica sui paesi del Parco e sulle caratteristiche ambientali del territorio, focalizzandosi in particolare sulle ricchezze idriche e sui temi legati alle fonti di energia rinnovabile.

Nel vicino Villaggio Palumbo l’acqua è invece il filo conduttore che lega svariate opportunità offerte agli amanti della vacanza attiva. I pendii innevati del Monte Gariglione sono, infatti, l’attrattiva che ha fatto del villaggio un’apprezzata stazione per il turismo invernale, con piste e impianti sciistici fra i più moderni e ben attrezzati della Calabria, operativi anche nella stagione estiva. Dalla stazione intermedia della seggiovia, si può accedere alla pista da bob in acciaio che consente di lanciarsi in emozionanti discese lunghe più di un chilometro. D’inverno al Villaggio Palumbo è possibile anche assaporare la magia del pattinaggio su ghiaccio, sulla pista del palazzetto appositamente attrezzato.

Tutto attorno sono numerosi i sentieri escursionistici come quello della Fiumarella, che portano alla scoperta dei boschi incantati fra cui scorrono ruscelli e sgorgano fonti di acqua limpidissima. Il periplo del Lago Ampollino, lungo il tratto di pista ciclabile e le stradine che ne costeggiano le rive, è invece l’occasione per una magnifica gita cicloturistica, adatta alle gambe di tutta la famiglia.

Lasciando le sponde del lago ci avviamo lungo la SP 210, seguendo le indicazioni per San Giovanni in Fiore, immersi nel fitto delle foreste con scorci che ricordano il Grande Nord, più che un luogo situato nel cuore del Mediterraneo.

Lorica e il Lago Arvo: paradiso dell'outdoor

Lasciate le sponde del lago Ampollino e imboccata la SS108bis, il nostro viaggio ci porta ad incontrare diverse piccole e caratteristiche frazioni rurali della Sila, con le loro case e fattorie, fino a raggiungere la ridente località di Rovale dove, fra il verde dei prati e dei boschi, comincia a fare capolino qualche scaglia di azzurro: siamo ormai prossimi alle rive del Lago Arvo e alla seconda tappa del nostro percorso: il centro turistico di Lorica incastonato fra le due montagne più elevate dell’Altopiano: il monte Botte Donato e il Montenero.

Lorica nasce originariamente come centro agricolo, in un’area abitata sin dal Paleolitico, come confermato dai ritrovamenti di suppellettili risalenti a questa epoca preistorica, ma è nel corso degli anni 60 che il piccolo centro si sviluppa come perla del turismo silano. Nell’abitato la sede amministrativa del Parco Nazionale della Sila è un importante punto di riferimento per trovare materiale informativo sul territorio. Il Lago Arvo, sulla cui riva settentrionale si affaccia Lorica, prese la sua forma attuale nel periodo compreso fra il 1927 e il 1931, quando venne eretta la diga, costituita da un terrapieno con un nucleo centrale in argilla.

L’opera rappresentò il primo esempio in Italia, ed uno dei primissimi in Europa, di invaso realizzato con questa tecnica. La diga oggi è un camminamento di circa 280 metri, dal quale si godono suggestive vedute sull’area lacustre.

Il modo migliore per andare alla scoperta di questo angolo di territorio silano è sicuramente quello di concedersi qualche ora dedicata alle attività all’aria aperta. La canoa, il kajak, il windsurf e le bici d’acqua sono le tipologie d’imbarcazione che possono essere noleggiate in zona, con le quali è possibile “avventurarsi” in affascinanti esplorazioni del lago. Chi invece vuole concedersi una “crociera” in tutto relax potrà approfittare del tour a bordo del battello turistico che solca le acque del lago, alimentato da un sistema di motori elettrici che ne garantiscono la sostenibilità ambientale.

Presso il villaggio è possibile affittare le biciclette per dedicarsi a numerose escursioni cicloturistiche, come l’imperdibile l’itinerario che consente di compiere il periplo completo delle sponde del bacino, percorso che si può effettuare anche a cavallo, grazie ai servizi messi a disposizione dal vicino maneggio Horses Lorica.

A breve distanza da Lorica, si trova invece la frazione Cavaliere lungo la strada che conduce alla stazione di partenza degli impianti di risalita del monte Botte Donato.

Una volta raggiunta la frazione Cavaliere, nulla vieta di concedersi una gita in alta quota salendo con la moderna cabinovia sino alla panoramica vetta del monte Botte Donato, vero e proprio balcone naturale sull’intera Lorica, sul suo lago e su buona parte dell’altopiano silano. Un’opportunità da non perdere è anche quella di concedersi un’emozionante discesa lungo la pista da bob su rotaie allestita nei pressi della stazione di partenza degli impianti.

I misteri della Pietra dell’Altare e l’incanto del lago Ariamacina

Una volta terminata l’esplorazione turistica del territorio di Lorica, possiamo riprendere la direzione di Rovale per imboccare, subito dopo la piccola frazione, la strada provinciale 211 che sale in direzione nord serpeggiando dolcemente tra boschi di pini larici imponenti e prati.

Dopo un lungo rettilineo si giunge nei pressi delle segnalazioni per la Pietra dell’Altare, la “Stonehenge della Sila”, un luogo ricco di mistero e leggende… Anche qui vale la pena di fare una sosta ed incamminarsi per una tranquilla escursione nella pineta.

Non appena il bosco si dirada ci si trova in un assolato pianoro disseminato di grosse pietre levigate e dalla forma arrotondata, alcune disposte in fila, altre sparse nella bassa vegetazione. Le leggende narrano che un gruppo di cavalieri di rientro dalle Crociate, scelsero uno di questi massi come altare per celebrare una messa di ringraziamento per il loro ritorno a casa. Altri racconti riportano l’evento ad epoche ancora più remote, affermando che il rito fosse avvenuto alla presenza del re Carlo Magno… Una vicenda forse poco credibile, ma che ha sempre colpito l’immaginazione dei silani, tanto che, ancora oggi, l’area dove si trovano le pietre è conosciuta col nome di Serra di Carlomagno. Al dì là della verità storica, questo resta un luogo ricco di suggestione e non sono pochi i visitatori che, al cospetto dei massi, riferiscono di aver percepito strane sensazioni e particolari vibrazioni…

Dopo l’immersione nel silenzio della Pietra dell’Altare, il viaggio attraverso l’altopiano riprende lungo la SP211. Quando la neve ammanta il territorio silano le dolci ondulazioni di quest’area sono un invito irresistibile per gli appassionati dello sci nordico, che possono fruire dei servizi e delle piste del Centro Fondo di Serra Carlomagno.

Poco oltre la Sila ci regala un altro dei suoi mirabolanti salti spaziotemporali. Imboccando il bivio che, sulla sinistra, conduce al villaggio turistico di Silvana Mansio, ci ritroviamo improvvisamente immersi in atmosfere che ricordano il Vecchio West, la frontiera e dei grandi spazi del Nord America, fra villette in legno e pietra dai colori pastello, con tanto di porticato in stile coloniale.

Ritornando sulla strada principale, si prosegue in direzione di San Nicola.

Percorrendo il nastro d’asfalto nelle ore più buie della notte vale la pena di accostare e spegnere i fari dell’auto per concedersi un “viaggio fra le stelle”. Siamo infatti in una delle zone d’Italia a più basso inquinamento luminoso e, nelle nottate limpide, la Via Lattea è lì a riempirci di emozione e meraviglia.

Un poco alla volta le curve lasciano il posto alla pianura, ma dopo un breve tratto ai prati si sostituiscono lievi protuberanze cespugliose che sembrano colline in miniatura. Qui non è raro avvistare alcuni dei protagonisti della fauna locale come martore, scoiattoli neri, gatti selvatici, ghiri e faine. Al termine della provinciale, la strada si apre in tre direzioni: prendendo a destra, verso San Giovanni in Fiore, si raggiunge la stazione di San Nicola, un tempo punto di sosta lungo la tratta ferroviaria che univa Cosenza a Catanzaro. I vagoni della linea sono ancora presenti in loco e attualmente ospitano un curioso punto di ristoro, dove si può comodamente pranzare seduti in carrozza.

Conviene anche a noi a questo punto fare una fermata, per lasciare l’auto e incamminarci lungo il facile sentiero dell’Ariamacina, che dalla stazione di San Nicola conduce alla scoperta di uno dei più appartati e suggestivi laghi della Sila, ripercorrendo una piccola parte dell’antica via della transumanza che permetteva agli armenti dei pascoli montani di trasferirsi, alla fine dell’estate, alla “marina”, ossia nelle zone di pianura del crotonese.

Anche il lago Ariamacina è un bacino è di origini artificiali. Venne costruito per scopi idroelettrici intorno agli anni ‘50 ed è alimentato dal fiume Neto. La sua posizione tranquilla e defilata, alle falde occidentali del monte Volpintesta, lo rende un luogo incantato, circondato da fitte foreste di faggio, abete e pino laricio e da ampie praterie d’alta quota, un punto di sosta ideale per diverse specie migratorie che ogni anno sostano o nidificano sulle sue sponde. Lo svasso maggiore, noto per la caratteristica curiosa danza di corteggiamento a pelo dell’acqua, possiede proprio qui uno dei rari siti di nidificazione presenti in Italia.

Il Lago Cecita: natura protagonista

Conclusa l’escursione verso le sponde del lago Ariamacina il viaggio prosegue seguendo l’andamento sinuoso della ex Statale 107, un tempo principale arteria dell’altopiano, oggi sostituita in questa funzione dall’ampia e scorrevole superstrada che corre accanto. Per chi vuole gustare un viaggio lento alla scoperta del territorio, la vecchia Statale è la via giusta da imboccare, magari condendosi anche il lusso di rimanere bloccati nel “traffico” delle mandrie di mucche e pecore che, nel periodo della transumanza, condividono con le auto l’esiguo nastro d’asfalto.

Si prosegue lungo la vecchia Statale sino ad imboccare per breve tratto la SP207 e poi la strada secondaria che si stacca sulla sinistra e conduce nel cuore agricolo della Sila, fra prati, campi coltivati e piccoli boschi di faggi e conifere. Sembra il paesaggio della Contea di tolkieniana memoria, e la toponomastica locale rafforza questa impressione: il nome della frazione di Colle Lungo, che si incontra lungo il percorso, potrebbe essere uscito proprio dalla penna del grande scrittore anglosassone…

Giunti all’incrocio con la SS177 si segue quest’ultima verso destra e presto, fra le foglie degli alberi e il verde dei campi s’intravede un nuovo spettacolo della natura: ecco spuntare la piana che ospita il grande bacino del lago Cecita.

Bastano ancora pochi istanti di viaggio per godere completamente dell’incanto del lago: l’ambiente richiama alla mente l’armonia delle isolette scozzesi, con i pini larici che crescono fino alle sponde, e qualche casetta di villeggiatura che definisce il paesaggio abbellendo, con la sua architettura armonica, i prati che circondano il bacino.

Il lago Cecita è il più vasto e capiente dell’area silana e, a differenza dei suoi compagni di grandezza minore, era lì sul territorio già prima della costruzione della grande diga di 55 metri di altezza, completata nei primi anni 50. Recenti studi archeologici e geologici hanno infatti dimostrato che l’invaso artificiale nasce su un preesistente lago naturale. Lungo le sponde, diversi sono i reperti archeologici rinvenuti, che testimoniano la presenza di agricoltori e cacciatori nell’età preistorica.

I viaggiatori sulle strade del benessere non possono perdersi la chiesetta di San Lorenzo, situata sulle sponde del lago Cecita, immersa in un paesaggio mozzafiato, circondata da prati verdi d’estate e da neve candida d’inverno. Questa piccola chiesa in legno, dedicata al martire San Lorenzo, è stata realizzata grazie all’impegno degli abitanti e dei fedeli del luogo, che hanno voluto ricordare una tradizione antica.

Siamo ormai giunti presso il Centro di Osservazione Naturalistica del Cupone, oggi gestito dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Cosenza, che sorge proprio lungo le sponde del lago e rappresenta uno dei più estesi importanti complessi del Parco Nazionale della Sila dedicati all’educazione ambientale. Ovviamente la visita al Centro, con tutti i suoi molteplici elementi di interesse (dai recinti faunistici al parco geologico, dall’orto botanico al sentiero didattico) è a dir poco obbligatoria, ma, in questa proposta di itinerario disegnata seguendo il filo conduttore dell’acqua, protagonista altrettanto importante non può che essere lo stesso lago Cecita le cui acque purissime, oltre ad essere un paradiso per gli appassionati di pesca sportiva, rappresentano anche un habitat incontaminato dove ancora vive la lontra, specie che in Italia è a grave rischio di estinzione e trova proprio qui nella Sila un “santuario” e un rifugio protetto.

Per cogliere in tutta la sua bellezza e nelle sue diverse sfumature il paesaggio di questo ambiente lacustre il consiglio è quello di inforcare la bicicletta e percorrere sulle due ruote l’intero periplo del lago, con un tour di circa tre ore, che, pur non offrendo grandi difficoltà e dislivelli, non manca di presentare qualche tratto di ripida salita.

Longobucco e le gole del Trionto: sulle tracce di Norman Douglas

Dopo una pausa presso le aziende agrituristiche della zona, riprendiamo l’auto per portarci verso la conclusione del nostro itinerario fra “Gli specchi del cielo”. Eccoci di fronte ad un’ennesima sorprendente metamorfosi: lungo le curve della SP217, che lascia l’altopiano per cominciare a scendere verso est, le praterie lasciano il posto alla millenaria foresta della Fossiata, uno dei più antichi, estesi e maestosi boschi silani.

Dalla località Cava di Melis, dove a 1300 metri di quota è ubicato il vigneto più alto d’Europa, la strada perde quota fra numerosi tornanti, fino a che lo sguardo si apre sopra i tetti delle case di Longobucco e sulla splendida valle del fiume Trionto.

Dell’antico borgo, descritto nei primi anni del 900 dal viaggiatore e romanziere inglese Norman Douglas come “una città da sogno delle Mille e una notte”, e dei suoi tanti elementi di interesse culturale ed artistico, il nostro lettore potrà trovare svariate informazioni nella presentazione della Strada del Benessere dedicata alla storia, alle tradizioni e alle leggende del territorio silano. Qui la nostra curiosità ci porta invece di nuovo verso monte, sempre seguendo i tortuosi percorsi delle acque silane, che ormai precipitano turbolente e irrequiete, attratte dal richiamo della costa adriatica.

L’ultimo spettacolo che la Sila ci regala è infatti quello delle gole scavate nella roccia dal fiume Trionto, uno stretto e periglioso passaggio che proprio Norman Douglas percorse fra i primi, per raggiungere Longobucco provenendo da Acri e dove oggi corre uno degli itinerari escursionistici più suggestivi e affascinanti di tutta la Calabria nonché tappa dell’itinerario di lunga percorrenza del Cammino Basiliano.

Tutti i punti di interesse

1) Partenza – Il Lago Ampollino

Tra Natura e Archeologia

Lago Ampollino e Valle Fiumarella

Il lago Ampollino, situato a quota 1280, è il primo degli invasi artificiali creati nel Novecento sull’altopiano silano per scopi idroelettrici: la diga di sbarramento che lo genera è stata realizzata tra il 1916 e il 1927. Attualmente è collegato tramite condotta forzata al lago Arvo, da cui riceve le sue acque per gravità, oltre a quelle del suo omonimo immissario, che vanno ad alimentare due centrali, Orichella e Timpa Grande, circa 800 metri più a valle. Oltre che per una ricca fauna ittica, ovviamente identica a quella del lago Arvo data la connessione diretta delle acque, il lago presenta altri motivi di interesse turistico legati agli aspetti storici dell’area: i resti di un insediamento preistorico dell’Età del Bronzo, e un ponte di epoca romana in località Fiume Tassito. Nel passaggio di collegamento superficiale tra l’Arvo e l’Ampollino si incontra il suggestivo Sentiero della Fiumarella, facente parte del Sentiero Italia, che permette escursioni panoramiche a piedi o in mountain bike. La nuova pista ciclabile e le stradine che contornano il lago ne consentono il periplo cicloturistico.

Alla scoperta dell'energia

Centro Visite Villa Cotronei

In località Trepidò, frazione del comune di Cotronei, si trova il Centro Visite del Parco Nazionale della Sila che ospita il Museo dell’Acqua e dell’Energia. Il Centro è nato grazie all’intervento di riqualificazione ambientale dell’area e di recupero edilizio di un vecchio immobile di proprietà del Comune di Cotronei, concesso in comodato d’uso all’Ente Parco. Il museo si avvale delle moderne tecnologie immersive e multimediali per accompagnare il visitatore in un percorso di scoperta e conoscenza dei paesi del Parco, della flora, della fauna, dell aree protette e delle eccellenze artigianali ed enogastronomiche, soffermandosi poi in modo particolare sulle risorse idriche del territorio e sulle energie rinnovabili.

Informazioni e contatti:

Ente Parco Nazionale della Silawww.parcosila.it

Tutti i Volti dell'acqua

Villaggio Palumbo

Conosciuto anche con il nome di Palumbosila, il Villaggio Palumbo (frazione del comune di Cotrronei) è il più recente dei centri turistici sorti fra le montagne della Sila.

Il Villaggio sorge sulla sponda sud del lago Ampollino, ben inserito nel contesto naturale e quasi “nascosto” fra i boschi. Elemento di attrazione nella stagione invernale sono i moderni ed efficienti impianti di risalita collocati sul versante orientale del monte Scorciavuoi, la cui cima si trova a 1.754 metri di altitudine. Il comprensorio si avvale di due seggiovie e uno skilift che servono dieci piste di sci alpino (fra rosse e blu). Gli impianti sono attivi anche d’estate, quando dalla stazione intermedia della seggiovia si può accedere alla pista da bob in acciaio che consente discese di oltre un chilometro. D’inverno è possibile anche pattinare su ghiaccio nel palazzetto appositamente realizzato. Negozi per il noleggio delle attrezzature sportive, vari ristoranti e strutture alberghiere e campeggi completano l’offerta di servizi del Villaggio.

Informazioni e contatti:

Villaggio PalumboVillaggiopalumbo.it

Itinerari outdoor

Il Sentiero della Fiumarella

Itinerari outdoor

Giro cicloturistico del lago Ampollino

2) Lorica e il Lago Arvo: Un Paradiso per gli Appassionati di Outdoor

La Patria degli Sport Acquatici

Lago Arvo

Il lago Arvo è un bacino artificiale creato negli anni 1926-32 per scopi idroelettrici sbarrando il corso del fiume omonimo e dei torrenti Bufalo e Fiego. Si trova a quota 1278 ed occupa una superficie di 8 chilometri quadrati, che lo rende il secondo per estensione della Sila, dopo il Cecita. La diga che lo ha generato è realizzata in terra compatta e argilla, caso unico in tutta la regione. Come per il Cecita, anche il lago Arvo si è inserito armonicamente nell’ambiente montano della Sila, ed è diventato negli anni un centro di attrazione per i turisti: si presta bene agli sport acquatici come il canottaggio o il wind surf, è balneabile ed è ricco di innumerevoli specie di pesci, autoctoni e introdotti, di interesse per gli appassionati di pesca sportiva. Tra le altre attività a disposizione degli appassionati di outdoor ci sono la mountain bike, con svariati percorsi attrezzati, e numerosi itinerari di trekking di varia difficoltà.

Il cuore del turismo della Sila

Lorica

Ubicata sulla sponda settentrionale del lago Arvo, a quota 1314, si trova Lorica, meta imperdibile per il visitatore delle terre silane. Tra le più rinomate località turistiche dell’area, Lorica ha vari elementi di interesse, primo fra tutti il vicino lago Arvo, con le sue innumerevoli opportunità di fruizione sportiva e turistica ed i suoi paesaggi incantevoli. Tra le varie attrattive ci sono imponenti lariceti, meritevoli di una visita, che costeggiano la cittadina e discendono lungo i pendii montuosi fino alle coste del lago. Un’altra visita obbligata è il parco SilAvventurA, che permette a grandi e piccini di avventurarsi in tutta sicurezza lungo percorsi acrobatici tra le cime delle abetaie della Sila, in mezzo a ponti sospesi, scalette ed esperienze acrobatiche. Sul lago è attivo anche un servizio di navigazione con battello alimentato a batterie elettriche. Fra le attrazioni da non perdere la pista da bob su rotaie allestita nei pressi della frazione Cavaliere.

Il nome del centro abitato tradisce un’antica origine: la lorica era difatti l’antica armatura dei Romani, che abitarono i territori della Sila ai tempi delle Guerre Puniche, e che proprio dal legno della Sila estraevano la pece per le loro navi da guerra.

Informazioni e contatti:

Ente Parco Nazionale della Silawww.parcosila.it

Proloco Loricawww.prolocolorica.it

Loricaly – www.loricaly.it

Itinerari outdoor

Giro Cicloturistico del Lago Arvo

Manca sottotitolo

Impianto “Cavaliere - Botte Donato”

Grazie alla seggiovia e alla nuova cabinovia realizzata nel 2018, gli impianti di risalita che partono dalla frazione Cavaliere di Lorica consentono di raggiungere i 1928 metri della vetta del Monte Botte Donato, punto straordinariamente panoramico da dove, nelle giornate più limpide, lo sguardo arriva a cogliere i due mari che circondano la Calabria, spingendosi fino alla cima siciliana dell’Etna. Gli impianti sono attivi anche nella stagione estiva, consentendo l’accesso a numerose escursioni e tour in mountain bike fra le montagne più elevate della Sila. In inverno la struttura è al servizio degli appassionati dello sci, che qui hanno a disposizione diverse piste da blu a nere, uno snowpark e anche un percorso per lo sci da fondo, che collega il Monte Botte Donato con il Monte Curcio lungo il tracciato della “Strada delle vette”, chiusa al traffico durante i mesi invernali.

Sulla cima del Monte Botte Donato si trova anche l’omonimo rifugio.

Informazioni e contatti:

Proloco Loricawww.prolocolorica.it

3) I Misteri della Pietra dell’altare e l’incanto del Lago Ariamacina

Itinerari outdoor

Sentiero dell’Altare

Circuiti Adatti a tutti gli Appassionati

Centro Fondo Serra Carlomagno

L’impianto, situato a metà strada tra le località turistiche di Lorica e Silvana Mansio, è stato realizzato dalla Comunità Montana Silana, ed è immerso in un paesaggio tipicamente montano, lontano dai principali centri abitati. La stazione di sci di fondo offre per gli appassionati tre circuiti ad anello, rispettivamente di 3, 5 e 7 chilometri di lunghezza.

Itinerari outdoor

Sentiero dell’Ariamacina

Il Paradiso degli uccelli Acquatici

Lago Ariamacina

Il lago Ariamacina o Alto Neto è un piccolo bacino artificiale realizzato per scopi idroelettrici negli anni 1953-55. Si trova a quota 1311, ed è collegato tramite condotto con le acque del ben più esteso lago Cecita. La diga è lunga 1.170 metri, e contiene un invaso da 4 milioni circa di metri cubi d’acqua. Lo specchio d’acqua è alimentato dal fiume Neto, che scorre dalle pendici del Monte Botte Donato attraverso la Valle dell’Inferno e che dopo aver alimentato il piccolo lago continua il suo corso fino a raggiungere l’Arvo e unirsi agli altri affluenti diretti al Mar Jonio. Come gli altri invasi artificiali della Sila, anche il lago di Ariamacina si è adattato all’ambiente circostante, tanto da sembrare uno specchio d’acqua naturale. Posto alle falde occidentali del monte Volpintesta, è un luogo incantato, circondato dalle fitte foreste di faggio, abete e pino laricio e dalle ampie praterie d’alta quota. Nonostante le dimensioni limitate, il lago ospita ogni anno vari rappresentanti di specie migratorie che sostano temporaneamente o addirittura nidificano qui. Tra questi non va dimenticato lo svasso maggiore (Podiceps cristatus), celebre per la sua romantica danza di corteggiamento, in cui le coppie di volatili sembrano letteralmente camminare sul pelo dell’acqua, che ha qui uno dei rari siti di nidificazione in Italia.

4) Il Lago Cecita e il Centro del Cupone: Natura Protagonista

L'ultimo Rifugio della Lontra

Lago Cecita

Situato a quota 1130 ha un’estensione di 13 chilometri quadrati, che lo rende il più esteso dei bacini artificiali dell’altopiano della Sila. Terminato nei primi anni ‘50 del Novecento, grazie allo sbarramento del fiume Mucone (così chiamato perché vi furono trovati i resti di una mucca) con una diga a terrapieno lunga oltre un chilometro, il lago Cecita alimenta due centrali idroelettriche, ad Acri e Bisognano, e parte delle sue acque vengono utilizzate per l’irrigazione dei campi circostanti, dedicati soprattutto alla coltivazione della celebre patata della Sila. Nonostante la sua creazione sia avvenuta per scopi prettamente economici, il lago si è inserito perfettamente nell’ambiente silano al punto da diventare un’attrattiva turistica grazie alla bellezza dei paesaggi da cui è circondato e al notevole interesse naturalistico delle specie che lo popolano: uccelli acquatici migratori, varie specie di pesci, di cui alcune introdotte come il coregone o la trota iridea, che lo rendono di particolare interesse per gli appassionati di pesca sportiva; è inoltre segnalata la presenza della lontra, importante indicatore di qualità ambientale. La presenza di questo affascinante mustelide nelle acque del lago Cecita è argomento di dibattito presso gli zoologi, sebbene la sua sporadica comparsa sia stata più volte segnalata. Attualmente è in fase di verifica l’esistenza di popolazioni stanziali di questo predatore nel lago Cecita, anche se la presenza temporanea è indubbia, con due avvistamenti confermati nel 2012. Si tratterebbe di un segnale importante, dato che l’animale è un efficiente indicatore di qualità ambientale: estremamente schiva, la lontra evita le zone antropizzate e vive solo in acque del tutto prive di inquinamento e perfettamente ossigenate.

Il biglietto da visita del Parco Nazionale della Sila

Centro Visite Cupone

Nelle vicinanze di Camigliatello, in località Cupone, è presente il Centro Visite del Parco Nazionale della Sila, in prossimità del lago Cecita. Il nome della località deriva probabilmente da un antico albero “cupo”, per la base scura e concava perché scavata dai pastori, che incidevano la corteccia al fine di ricavare resina per le fiaccole. Un albero trattato in questo modo veniva detto “slupato”.

Il centro offre svariate opportunità di contatto con la natura, a partire da numerosi itinerari naturalistici che toccano zone di particolare pregio, oltre a visite guidate e percorsi tematici come i locali dell’antica segheria, l’Orto Botanico, che presenta piena accessibilità a non vedenti e persone con disabilità motoria, o il Parco Geologico, che propone un tour alla scoperta delle particolarità delle rocce dell’altopiano. All’interno del centro un museo naturalistico dotato di laboratori didattici, spazio multimediale e sala convegni offre uno spaccato della natura silana, con una particolare attenzione dedicata agli alberi e al legno, patrimonio vivo del territorio. Dal centro visite si dirama inoltre una serie di sentieri didattici e naturalistici che conducono al sito archeologico del Cupone, presente sulle sponde del lago Cecita, dove si possono trovare reperti datati tra il Neolitico e l’Eneolitico, ancora in fase di studio e rinvenimento da parte degli archeologi.

Informazioni e contatti:

Ente Parco Nazionale della Silawww.parcosila.it

Itinerari outdoor

Giro in MTB del Lago Cecita

Tra alberi millenari e corsi d’acqua cristallina

Foresta della Fossiata

Da questa splendida foresta millenaria, che si estende ad est del lago Cecita, hanno origine i principali corsi d’acqua dell’altopiano: il Cecita, il Lese e il Neto. I corsi d’acqua più piccoli, affluenti dei fiumi principali, si sviluppano tra le radici degli ontani, incrociando narcisi, giunchi e felci che popolano il fitto sottobosco. Sulla foresta svettano le cime dell’Altare a quota 1650, di Pettinascura a 1708, di Cozzo del Principe a 1629 e di Serra Ripollata a 1682. La foresta è fitta e rigogliosa, ed offre i suggestivi panorami alpini “da cartolina” tipici della Sila. (segnalare qui l’itinerario escursionistico Cupone-Fossiata)

5) Longobucco e le Gole del Trionto

Borgo storico

Longobucco

Longobucco si trova a 800 m sul livello del mare ed è situato in provincia di Cosenza, proprio nel cuore della Sila Greca, ad appena 21 km dal lago di Cecita. Questo comune pur vantando meno di 5.000 abitanti è il terzo centro della Calabria per estensione perché comprende gran parte del suo territorio che fa parte del Parco Nazionale della Sila. In sintesi, si tratta di un grazioso borgo immerso tra la Sila Greca e la Sila Grande, circondato da monti, fiumi e laghi che ospitano innumerevoli specie animali e vegetali. Intorno alla zona abitata vi è, dall’epoca della Magna Grecia, un’ampia area di grande importanza mineraria legata all’attività di estrazione dell’argento, molto fiorente in passato. Secondo alcuni studiosi le radici di questo borgo risalgono proprio a quel periodo! È infatti possibile associare la descrizione dell’antica città di Temesa a Longobucco grazie al racconto di Omero nell’Odissea, proprio per la cospicua presenza di miniere d’argento lungo il fiume Manna. Tutto il territorio di Longobucco, infatti, era ricco di pozzi minerari, tra i quali primeggiava la galena argentifera estratta e lavorata da Sibariti, Crotoniati e Romani per coniare le proprie monete. Longobucco, oltre a bellezze naturali e vere e proprie esplorazioni nella storia, offre anche monumenti e tradizioni che meritano pienamente di essere viste per avere un’esperienza emozionante della zona.

Info e contatti:
Comune di Longobucco – www.comune.longobucco.cs.it

Tratto della Via Basiliana

Le Gole del Trionto

Gli altri itinerari

Storia, tradizioni e cultura

L'oro dei campi

La via dei boschi